Gela. Il calcestruzzo fornito dal gruppo Sanzone per la realizzazione del parcheggio di Caposoprano a Gela sarebbe stato assolutamente in regola.
Un particolare che emerge dall’ultima udienza, solo in ordine di tempo, svoltasi davanti al giudice Domenico Stilo.
Sotto processo, infatti, è finito l’imprenditore niscemese Gianfranco Sanzone, chiamato in causa da una denuncia presentata da Gaetano Di Stefano, ex titolare della società catanese Gsm general contractor, originariamente assegnataria dell’appalto milionario per la realizzazione dell’opera pubblica. Stando all’accusa, infatti, i danni subiti dalla società etnea, legati alla successiva revoca del contratto, sarebbero da imputare proprio a presunte forniture sospette da parte del gruppo Sanzone.
Una tesi, comunque, del tutto rigettata dalla difesa dell’imputato, rappresentato in aula dall’avvocato Massimiliano Conti.
“L’amministrazione comunale – ha spiegato il legale – revocò l’appalto alla Gsm solo a seguito dell’informativa antimafia rilasciata dalla prefettura di Caltanissetta. In quel documento, infatti, si indicava la presenza, all’interno del cantiere, di un subappaltatore non in regola e di operai ritenuti vicini alle organizzazioni criminali della città”.
Davanti al giudice Stilo, ha deposto il geometra comunale Giuseppe Podagra che, durante lo svolgimento dei lavori, si occupava di supervisionare l’attività svolta dalle imprese assegnatarie dell’appalto. Il tecnico ha confermato l’assenza di problemi strutturali.
Il contratto con la Gsm venne revocato dall’allora giunta Crocetta nel dicembre di sei anni fa, all’indomani, peraltro, di una serie di denunce formalizzate dal sindacalista della Fillea Cgil Ignazio Giudice.
L’imprenditore Gaetano Di Stefano ha già chiesto un maxi risarcimento per i danni generati dalla perdita del contratto.
La decisione finale del giudice Stilo, in ogni caso, potrebbe arrivare alla prossima udienza fissata per il 7 novembre. Il magistrato ha chiesto ai legali di definire le rispettive conclusioni.