Gela. I presunti soldi a “strozzo” li avrebbe concessi quando gestiva una stazione di servizio, in via Cascino. Secondo il pm Luigi Lo Valvo, Rocco Mondello avrebbe approfittato della crisi di due imprenditori locali per garantirgli soldi, ma con tassi usurari. Al termine della requisitoria, il magistrato ha chiesto la condanna a due anni di reclusione. I fatti risalgono ormai a tredici anni fa e le vittime dei presunti prestiti ad usura sono parti civili nel procedimento. Dai banchi dei legali che li assistono è arrivata la richiesta di condanna, a supporto di quanto già indicato dal pm. Il sistema dei prestiti si sarebbe basato soprattutto su assegni. Mondello, stando alla ricostruzione dell’accusa, non avrebbe lasciato traccia, evitando bonifici e versamenti comunque ricostruibili. All’epoca dei fatti, uno degli imprenditori che ammise di aver ottenuto soldi a “strozzo” era impegnato nel servizio di raccolta rifiuti per conto del Comune, oltre a svolgere attività nel settore edile. Mondello si sarebbe messo a disposizione. C’erano già rapporti lavorativi con l’altro imprenditore che poi lo ha accusato. La difesa, sostenuta dagli avvocati Antonio Gagliano e Dionisio Nastasi, ha invece prodotto una serie di documenti bancari e contabili, oltre a fatture rilasciate dall’imputato, che invece proverebbero la regolarità dei rapporti finanziari con i due imprenditori.
Anche Mondello ha sempre escluso di aver chiesto interessi usurari, dopo aver concesso i prestiti che gli venivano richiesti. Nel corso della prossima udienza, sarà il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ad emettere la decisione.