Gela. “Sono arrivato in città spinto dalla questione Eni e ritornerò il 7 novembre, se il Sud non riparte difficilmente l’Italia potrà riprendersi”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi in aula consiliare, affiancato dal sindaco Angelo Fasulo, dal ministro Graziano Delrio e dal presidente della regione Rosario Crocetta.
“L’economia di questa città è legata a doppio filo alla presenza di Eni – ha ribadito il premier – la priorità è quella di difendere gli investimenti su forme alternative di energia. Questo in aggiunta al core business della raffinazione. Eni deve investire per innovare la propria produzione. Bisogna cambiare l’approccio. Non si può pensare che a salvarci debba arrivare il governo centrale”.
“E’ evidente che l’economia di questa città che affonda in radici antiche è legata all’Eni – ha detto il premier in aula consiliare – Non sottovaluto i lavoratori del diretto e dell’indotto e il lavoro svolto da Confindustria nella lotta all’illegalità. La priorità di questa terra è di difendere l’investimento puntando sulle energie verdi. Credo sia il core business di Eni in questo territorio. C’è la necessità di contemperare le esigenze imprenditoriali e sociali. Abbiamo la certezza di poter fare di questa terra un punto di innovazione e non un museo del passato. Eni non deve considerare Gela punto del passato, mantenendo il più possibile la quantità e qualità dell’occupazione. Dobbiamo però rovesciare l’approccio. Smetterla di pensare che arriva qualcuno da fuori e ci salvi. Il Sud è nelle condizioni di trainare la ripresa del paese. Ci sono limiti storici da correggere ma che non devono essere un alibi. Il mio invito è ad uscire dalla cultura della rassegnazione”.