Gela. Sarebbe stato molto vicino al gruppo mafioso dei Rinzivillo, che a Roma stava cercando di riprendere il filo degli affari. E’ toccato ai legali di difesa dell’avvocato Giandomenico D’Ambra, imputato davanti al gup del tribunale di Caltanissetta, controbattere alle pesanti accuse che i pm della Dda nissena muovono non solo a lui ma anche ad altri presunti sodali del boss Salvatore Rinzivillo, tutti coinvolti nell’inchiesta “Extra fines”. Nei confronti dell’avvocato è già stata chiesta la condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Da quanto emerso nel corso delle indagini, avrebbe messo a disposizione di Rinzivillo anche il suo studio professionale. Tutte accuse respinte dai legali che lo rappresentano. Secondo la loro linea, il professionista avrebbe solo svolto la sua attività di assistenza giuridica. Nel settembre dello scorso anno, al termine di una lunga requisitoria, dai banchi dei pm della Direzione distrettuale antimafia sono arrivate undici richieste di condanna. Solo per uno degli imputati, Giuseppe Flavio Gallo, è stata indicata l’assoluzione. Condanne, invece, sono state invocate per tutti gli altri imputati. Diciotto anni di reclusione al boss Salvatore Rinzivillo e dodici anni per il suo presunto luogotenente Ivano Martorana, attivo soprattutto in Germania. Dieci anni e otto mesi al carabiniere Marco Lazzari, dieci anni ad Aldo Pione, otto anni per Emanuele Romano e Rosario Pione, sei anni e otto mesi a Gaetano Massimo Gallo, cinque anni e otto mesi a Rolando Parigi, cinque anni e quattro mesi per l’avvocato D’Ambra, Alessandro Romano e Filippo Giannino.
Nel corso della prossima udienza, invece, dovrebbe toccare alla difesa di Rinzivillo, sostenuta dall’avvocato Roberto Afeltra. Nei confronti di quello che viene ritenuto il nuovo capo dell’omonimo gruppo di mafia i magistrati nisseni hanno chiesto la condanna più pesante.