Gela. Probabilmente, servirà qualche giorno in più. Il varo della giunta-bis, che verrà tenuta a battesimo dal sindaco Lucio Greco, potrebbe slittare. L’unica incognita, al momento, sembra essere la terza casella da occupare, quella lasciata libera dalla dimissionaria Florinda Iudici. Una designazione che potrebbe segnare pesanti strascichi politici. Ormai è chiaro che sono le segreterie di partito a guardare con più interesse a ciò che verrà deciso dall’avvocato. Forza Italia è sull’orlo della crisi di “coppia”, vicina a rivedere del tutto il rapporto politico con Greco. Il deputato regionale Michele Mancuso, da mesi, attende che il primo cittadino gli garantisca il secondo assessorato, come da patti (almeno così ha sempre spiegato il parlamentare azzurro all’Ars). Ad accordo violato, i forzisti potrebbero assumere decisioni, anche plateali. Oggi, Mancuso avrebbe dovuto riunire i suoi. Il vertice è slittato. Il coordinatore provinciale ha impegni istituzionali a Palermo e non ha potuto garantire la presenza in città. Questo confronto interno forse sarà decisivo per il proseguo dell’esperienza forzista nella giunta “arcobaleno”. Non è da escludere che qualche tentativo di mediare verrà fatto, ma gli spazi di manovra sembrano decisamente ridotti. Con il secondo assessorato, Mancuso avrebbe potuto dare una risposta ai suoi, probabilmente bloccando il ricorso al Tar presentato dal primo dei non eletti nella lista “Azzurri per Gela”. Nei pronostici di Palazzo, si è anche fatto il nome dell’avvocato Angelo Cafà, che ha presentato il ricorso, ottenendo un riconteggio dei voti in due sezioni e mettendo in discussione il risultato dell’altro forzista Carlo Romano. Incastri che potrebbero combaciare solo se Greco dicesse sì ad un secondo assessorato forzista. Per ora, non sembrano esserci margini e all’incontro della scorsa settimana, il capogruppo consiliare Luigi Di Dio ha dato picche a Greco, escludendo che il progetto politico che ha in mente possa essere condiviso dal partito. Calato il gelo, pare non ci siano stati altri contatti tra l’avvocato e i forzisti.
Più sottotraccia si muovono i dem, che a loro volta non accetterebbero di buon grado il rafforzamento della componente “civica” in giunta, sponsorizzata direttamente dal sindaco. Per il Pd non ci sarebbero grandi possibilità di aggiungere un secondo assessore, dopo aver ottenuto diverse deleghe di spessore, assegnate a Grazia Robilatte. Negli ultimi giorni, i contatti tra Greco e la segreteria democratica sarebbero cessati quasi del tutto. Il segretario Peppe Di Cristina sarebbe piuttosto contrariato da scelte che, salvo altri colpi di scena, dovrebbero portare a Palazzo di Città i “civici” Giuseppe Licata e Cristian Malluzzo (in rampa di lancio da mesi e nell’orbita del “vecchio” Pd locale) e mettere lo stemma forse dell’Udc sull’ultima casella mancante. I dirigenti democratici aspettano che il sindaco formalizzi le scelte, per poi convocare la direzione del partito. Se i forzisti, forse, tenteranno di rientrare nei giochi, magari spinti dallo stesso Greco; è vero però che il sindaco sembra aver legato con i vertici locali e regionali dell’Udc. Il consigliere comunale Salvatore Incardona e il coordinatore cittadino Silvio Scichilone, da settimane stanno lavorando per dare un contributo amministrativo ancora più incisivo. Dopo l’addio alla coalizione di centrodestra, l’avvocato Greco potrebbe concedergli un assessorato, eventualmente destinato ad un esponente della dirigenza del partito. Le trattative le portano avanti i vertici palermitani dell’Udc, insieme ai rappresentanti locali. Greco sa che possono mettere sul tavolo forti entrature in Regione, con assessori come Domenico Turano e Alberto Pierobon. La tenuta dei rapporti politici tra Greco e partiti “alleati” come Forza Italia e Pd, passa inevitabilmente da questo domino.
Il sindaco sotto pressione da un deputato eletto per il rotto della cuffia che lo mette sotto scacco . Povera Gela!!!!