Referendum. Il “Si” per proiettare Gela a capofila del Libero consorzio

 
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Gela. La città di Gela può veramente diventare capofila del Libero consorzio di Catania. La legge lo prevede. L’ultima parola per cambiare un assetto politico-geografico della città spetterà ai gelesi chiamati a esprimere il loro giudizio.

Lo hanno fatto già una volta, quando hanno sottoscritto l’unica proposta di legge popolare per istituire la Provincia di Gela.

In quell’occasione il riscatto chiesto per anni dai gelesi venne bocciato in pochi minuti dalla commissione all’Ars presieduta da Antonello Cracolici che accettò la proposta di Riccardo Minardo. Il sogno è ambizioso ma oggi torna ad essere realizzabile.

“Possiamo affermare che la città conosce l’argomento, ma non solo, è convinta a votare Si – assicura Filippo Franzone, portavoce del comitato per lo sviluppo dell’Area gelese – La scelta che si accinge a fare Gela, è di una importanza straordinaria. Dopo 196 anni due comunità totalmente diverse, lontane tra loro, non solo materialmente, ma soprattutto culturalmente e socialmente, si divideranno.

Furono i Borboni per primi, nel 1818 a dividere la Sicilia in sette province, ricalcando le proprietà feudali, non tenendo conto delle distanze e delle differenze che distinguevano questi territori. Nel 1927 Mussolini elevò Enna e Ragusa a province, mortificando i territori e le città dell’area gelese.

La scelta che ci accingiamo a fare avrà conseguenze per le generazioni future. I nostri padri e i nostri nonni – ricorda Franzone – non hanno potuto scegliere. Probabilmente non potranno farlo nemmeno i nostri figli ed i nostri nipoti.

Mediamente i confini dell’ente intermedio cambiano ogni 100 anni”.

Gli oltre cento del comitato per lo Sviluppo dell’Area gelese da settimane portano avanti una campagna informativa e pubblicitaria parlando di riscatto della popolazione gelese che per la prima volta, secondo i termini di legge, potrà diventare ente capofila.

Le urne per il referendum saranno aperte da domenica mattina.

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