Gela. Il fronte dei reati ambientali, almeno in base alle indicazioni suggerite dal primo bilancio sociale tracciato dai magistrati della procura, continua a confermarsi quello più gravoso. Sono circa sessantasei i procedimenti già avviati dalla procura.
Adesso, però, le preoccupazioni riguardano l’intera organizzazione finalizzata alla prevenzione di questo tipo di violazioni.
L’allarme è legato alle scarse risorse a disposizione che, di conseguenza, non avrebbero neanche permesso di organizzare una vera e propria equipe alle dipendenze dell’Asp. Nonostante il trasferimento in città, dopo un accordo raggiunto con i vertici dell’azienda sanitaria, di un nucleo organizzato allo scopo di effettuare prevenzione ed impedire violazioni in ambito ambientale: i risultati non sarebbero del tutto soddisfacenti.
“La procura della repubblica – si legge nella relazione – si è determinata a sollevare la questione con la Dirigenza della Asp di Caltanissetta per la costituzione di un apposito gruppo di lavoro di tecnici della prevenzione e personale specializzato. L’iniziativa ha prodotto la formazione di una unità operativa dell’Asp a Gela. Tuttavia, per la scarsità di risorse umane e materiali messe a disposizione, detta unità si è rivelata assolutamente non in grado di operare a vasto raggio sulle malattie professionali ed attualmente si è dunque costretti ad operare con poche forze in campo”.
A tenere banco sui tavoli dei magistrati locali sono sempre i procedimenti avviati nei confronti di funzionari ed operatori della società Raffineria di Gela spa. Stando ai dati resi pubblici, sarebbero trentotto i fascicoli aperti nei confronti di persone già individuate e ventotto, invece, quelli relativi a soggetti ancora non identificati.
Altro fronte caldo, è quello della tutela dei tanti lavoratori, e non solo, colpiti da malattie legate al possibile contatto con fibre d’amianto.
“Il fenomeno in rapida e drammatica evoluzione riguarda principalmente le malattie amianto-correlate – viene riportato nel testo del bilancio – si è assistito e si assiste a sempre più frequenti comunicazioni o denunce per tali casi. In particolare, anche nel più recente periodo, sono stati iscritti (oltre ai 70 procedimenti registrati nel periodo precedente) numerosi procedimenti riguardanti lavoratori deceduti o affetti da malattie da esposizione ad amianto. Le indagini da sviluppare per ogni singolo caso sono, come già evidenziato in precedenza, di notevole complessità”.