Gela. “Al sindaco abbiamo ribadito che è lui il nostro riferimento politico. Adesso, attendiamo che concluda queste consultazioni”. Il numero due della giunta, il vicesindaco Terenziano Di Stefano, non dà la sensazione di voler riaprire fronti politici che potrebbero creare nuovi conflitti interni all’alleanza “arcobaleno”. La guerra in maggioranza non la vuole nessuno, soprattutto dopo aver incassato la decisione favorevole del Tar Palermo. L’assessore, che di Greco è stato uno dei primi sponsor politici, però non intende stare un passo indietro a nessuno, compresi i partiti. “Non è una questione di partiti – aggiunge – il sindaco sa quale risultato ha ottenuto alle elezioni “Una Buona Idea”, che non ha piazzato candidati qua e là, per poi recriminare. Abbiamo presentato una lista con candidati nuovi e puliti. Pd e Forza Italia? In città la nostra lista non è da meno e questo va tenuto in considerazione. Non possono contare solo i simboli, altrimenti sarebbe inutile scegliere la strada civica. Siamo certamente soddisfatti del fatto che i partiti mettano a disposizione i loro riferimenti nazionali”. Da Greco, Di Stefano si è presentato insieme agli altri esponenti di quello che fu il “patto civico”. In municipio, la scorsa settimana dopo la convocazione del sindaco, c’erano l’avvocato Giuseppe Licata, l’architetto Francesco Salinitro e gran parte di quelli che alla fine decisero di mandare avanti l’avvocato, che poi trovò l’intesa anche con i partiti.
“Noi di “Una Buona Idea” non abbiamo mai cambiato posizione – aggiunge – altri civici, dopo la scelta ricaduta su Greco, hanno preso strade diverse e si sono collocati in liste differenti. Non c’è mai stata una rottura, ma non siamo stati noi ad allontanarci. Negli assessorati che toccheranno ad “Una Buona Idea” verranno sicuramente coinvolti per collaborare”. Il vice di Greco preferisce non parlare di posti e nomi, ma sta seguendo con molta attenzione l’evoluzione politica della maggioranza della quale fa parte e difficilmente accetterà qualche fuga in avanti dei partiti, magari con l’assenso del primo cittadino.