RIESI. Prende piede l’ipotesi dell’omicidio. L’imprenditore Piero Di Francesco, trovato carbonizzato in una Mercedes, posteggiata nel piazzale dell’azienda di famiglia, sarebbe stato colpito alla testa.
Il medico legale Giuseppe Ragazzi, incaricato dalla Procura, ha infatti riscontrato una ammaccatura circolare di 3 centimetri su una delle due tempie. Precisamente due le lesioni simmetriche individuate nei lobi temporali sopra le orecchie dal perito. Una però risulta più accentuata ed estesa rispetto all’altra. Si suppone che si tratti di una ferita provocata da un corpo contundente. Nel piazzale della rimessa dell’azienda Di Francesco, è stata trovata una spranga di ferro pesante, probabilmente non compatibile con il corpo contundente che avrebbe colpito alla testa il giovane. Si ipotizza l’uso di una pietra o di due grossi sassi. Nella gabbia toracica non è stata invece riscontrata nessuna rottura o lesione. Elementi che inducono gli investigatori a propendere per la pista dell’omicidio, anche se alcuni particolari restano ancora inspiegabili ma soprattutto senza una logica ben precisa. Appare plausibile pensare che l’imprenditore Piero Di Francesco sia rimasto vittima di un’aggressione da parte di qualcuno che lo ha prima colpito e poi infilato nell’auto. Il giovane è stato probabilmente tramortito e poi gettato nella mercedes alla quale successivamente il suo aguzzino ha dato fuoco. Ma restano ancora interrogativi da chiarire. Perché l’assassino o i malviventi, lasciano la tanica di benzina con qualche litro di carburante nel bidoncino per giunta avvitato, invece di disfarsene nel fuoco?