Sfruttati per i loro patrimoni, anziani nella rete di gelesi e romeni: “Condizioni igieniche deplorevoli”

 
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Gela. Durante le perquisizioni nelle loro abitazioni, trovarono “uno stato igienico deplorevole”. Diversi anziani erano diventati vittime di un gruppo, composto da gelesi e cittadini romeni. I militari sono risaliti a molti casi, tutti dello stesso tipo. Gli anziani, soli e socialmente isolati, sarebbero stati avvicinati e normalmente gli veniva proposta la convivenza o il matrimonio con donne romene. Badanti o nuove mogli, che però sarebbero state a disposizione della presunta organizzazione, adesso a processo. “Emanuele Murana gestiva il traffico economico”, ha spiegato uno dei carabinieri che ha condotto le indagini, coordinate dai pm della procura. Sono a processo, oltre a Murana, Daniel Vasile Ciubotaru, Nicolai Ciubotaru, Irina Gruia, Marieta Panait, Emanuele Consiglio, Elena Gruia e Angelo Di Fede. “Uno degli anziani era costretto a dormire in una brandina, in condizioni molto precarie, anche dal punto di vista igienico – ha proseguito il militare – era la sua abitazione, ma non poteva neanche usare il letto”. Ci sarebbe stata una costante sottrazione di denaro e patrimoni, scoperta nel corso dell’indagine “San Giuseppe”. “Sceglievano anziani con disponibilità economica”, ha detto ancora il testimone rispondendo alle domande del pm Ubaldo Leo, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Ersilia Guzzetta e Antonio Fiorenza). Alcuni degli anziani finiti nella rete dei presunti sfruttatori sono parti civili nel procedimento, assistiti dagli avvocati Riccardo Balsamo, Vanessa Capizzello e Giuseppe Fiorenza. Le somme di denaro che sistematicamente venivano sottratte dai conti delle vittime, poi sarebbero state trasferite in Romania. Secondo gli investigatori, Murana avrebbe agito soprattutto insieme a Daniel Vasile Ciubotaru e ad Elena Ciubotaru, che ha già patteggiato. “Paradossalmente, agli anziani vittime venivano proposti rapporti sessuali a pagamento, con una donna vittoriese, che si prostituiva in città – ha spiegato l’investigatore – attraverso la mediazione di Murana, veniva applicato uno sconto”.

I difensori degli imputati hanno chiesto ulteriori particolari al testimone rispetto alle contestazioni mosse. Le prime anomalie sarebbero state denunciate da un’imputata, Marieta Panai, alla quale non viene contestata l’ipotesi dell’associazione a delinquere. I coinvolti sono assistiti dagli avvocati Angelo Cafà, Giovanna Cassarà, Nicoletta Cauchi, Ivan Bellanti e Giuseppe Smecca.

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