Puzza dal petrolchimico, operai della Meic costretti a lavorare con la mascherina

 
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Gela. Si può essere costretti a lavorare con una mascherina per evitare di inalare gas? La risposta è affermativa quando si lavora con il vento contrario che trasporta la puzza che proviene dalle ciminiere del petrolchimico.

Ed a patire i disagi sono sono i dipendenti delle aziende che lavorano a poche centinaia di metri dal cavalcavia che costeggia lo stabilimento petrolchimico. A denunciare una situazione che si ripete in maniera ciclica sono i titolari della Meic Services, che hanno rifornimento di metano e uffici proprio sulla statale 115 per Vittoria. I due giovani addetti alle pompe di carburante sono stati costretti a indossare mascherine per poter continuare a lavorare. Uno dei due ha anche perso i sensi per qualche minuto. Non succedeva da diversi mesi ma la situazione si ripete. Anche le ditte vicine hanno denunciato lo stesso disagio. I titolari della Meic Services hanno anche chiesto l’intervento dei carabinieri. “Con tutta onestà – dice Maurizio Melfa – negli ultimi mesi l’aria era diventata salubre e respirabile. Quando però accade lavorare per noi è impossibile. Siamo costretti a barricarci dentro gli uffici ed i nostri addetti alla pompa di carburante devono indossare le mascherine. Non ci interessa accusare solo per il piacere di farlo. Vorremmo solo essere messi nelle condizioni di poter svolgere il nostro lavoro senza la paura che il vento di scirocco provochi questi enormi disagi”.

Lo scorso anno alcuni operai furono costretti a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele. 

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