Gela. Erano accusati di essersi presentati davanti all’abitazione di alcuni parenti, addirittura muniti di accetta. I rapporti tra due nuclei familiari non erano certamente dei migliori. Partirono delle denunce che hanno portato a processo i tre imputati, che tra le altre cose avrebbero tentato di forzare l’ingresso dello stabile, dove risiedevano i parenti “rivali”. In dibattimento, però, sono cadute tutte le accuse. E’ passata la ricostruzione difensiva dell’avvocato Joseph Donegani, legale degli imputati. Anche l’ipotesi delle minacce è stata derubricata. Il giudice Miriam D’Amore ha ritenuto che non ci sia stata la pericolosità inizialmente ipotizzata dai pm della procura. Non ci sarebbe stata alcuna volontà di creare danno all’incolumità dei parenti, come ha spiegato il legale.
Si sarebbe trattato di accuse incrociate, alimentate da pessimi rapporti parentali. Come indicato nel dispositivo, sono cadute tutte le contestazioni che avevano portato a processo i tre imputati.