Gela. “Mi accusavano pubblicamente di essere vicino alla mafia. Io, invece, ne sono stato vittima”. L’ex direttore generale del Comune, l’ingegnere Renato Mauro, è stato sentito in aula, davanti al giudice Antonio Fiorenza, nel procedimento avviato contro Saverio Di Blasi, presidente dell’associazione “Aria Nuova”. Di Blasi è accusato di averlo diffamato, attraverso alcuni post pubblicati su facebook. “Nel corso del tempo – ha spiegato ancora Mauro – sono stato preso di mira da un gruppo organizzato. C’erano Di Blasi, Emanuele Amato, l’ingegnere Roberto Sciascia e Giuseppe Di Dio”. Mauro, che è parte civile con l’avvocato Claudio Cricchio, ha raccontato di diversi post sul social network, ma anche di accuse mossegli durante comizi pubblici. “Dicevano che truccavo gli appalti pubblici, quando invece la sentenza del giudizio “Munda Mundis” stabilisce tutto l’esatto opposto – ha proseguito – inoltre, venivo accusato di ricoprire un incarico illegittimo in Comune, ma le sentenze dei giudici ne hanno sempre stabilito la regolarità. Anzi, ritengo che l’assunzione in Comune di Di Blasi non sia stata conforme alle norme e ho anche proposto il licenziamento, per violazione del codice di comportamento”.
Il difensore di Di Blasi, l’avvocato Salvo Macrì, ha fatto riferimento ai post, che sono finiti all’attenzione dei pm della procura, e ha ribadito che diverse sentenze civili hanno respinto qualsiasi ipotesi di licenziamento del dipendente comunale. I post l’ex direttore generale del municipio li avrebbe letti, solo dopo averne ricevuto copia da alcuni collaboratori. La difesa ritiene che possa non esserci coincidenza tra l’autore degli scritti, postati sul social, e Di Blasi. Potrebbero essere stati inseriti da altri.