Gela. E’ sempre più tesa la situazione davanti ai tornelli della raffineria Eni. Da ieri, è ripresa la protesta degli operai “Bytest”, ma questa mattina si è aggiunta quella di un lavoratore licenziato. Giancarlo Cascino ha esposto un cartello. “Mi hanno contestato un’infrazione mentre eravamo in pausa – dice – sono stato preso di mira e non so spiegarmi il motivo. Anche in passato mi hanno contestato infrazioni, senza aver commesso nulla, anche dopo aver forato il pneumatico di un mezzo”. L’ex dipendente della Bng ha impugnato il licenziamento, ma questa mattina ha deciso di rendere pubblica la sua condizione. I colleghi si sono fermati. Insieme a lui, c’era il segretario della Filca Cisl Francesco Sodano. Sta protestando davanti ai tornelli di ingresso. I lavoratori della “Bytest”, azienda impegnata nei controlli non distruttivi in raffineria, sono di nuovo in sciopero, proclamato dai metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm. I dipendenti ritengono illegittimi i trasferimenti decisi dai manager della società, che fa capo al gruppo “Tuv Italia”. “L’azienda, nonostante lo sciopero che abbiamo dichiarato – spiegano i lavoratori – ha inviato trasferisti, per farli lavorare in raffineria. Non lo riteniamo corretto”. Sono stati gli stessi dipendenti a segnalare l’arrivo di personale, che l’azienda vorrebbe impiegare tra gli impianti dello stabilimento Eni. La comunicazione ufficiale dello sciopero è stata sottoscritta dalle segreterie provinciali dei sindacati metalmeccanici.
Anche questa mattina, gli operai mantengono il sit-in e non accettano il trasferimento in altre sedi. Ritengono infatti che possa essere solo una scelta strumentale, per indurli a lasciare l’indotto storico di raffineria. L’incontro in prefettura della scorsa settimana non ha sortito effetti. “Ai lavoratori, in prefettura – dice il reggente di Sicindustria Caltanissetta Gianfranco Caccamo – è stato assicurato che non usciranno dall’indotto storico di raffineria”.