Gela. Da martedì, si radunano davanti agli uffici amministrativi di Eni. I lavoratori della Sudelettra, tra le aziende elettrostrumentali più longeve dell’intero indotto, sono rimasti nel limbo. I vertici del gruppo lucano hanno nuovamente annunciato l’attivazione della procedura di licenziamento, ma i dipendenti sono fermi già da tempo. Dopo la conclusione dei lavori della green refinery, è ripresa una fase di quasi totale stagnazione. Questa mattina, dall’azienda è stata trasmessa una nota, pervenuta alle organizzazioni sindacali. Viene ufficialmente comunicato lo sblocco di alcuni pagamenti che dovevano arrivare dalla committente Eni. A questo punto, gli operai, molti dei quali in enormi difficoltà economiche, attendono che Sudelettra possa coprire almeno una parte dei pagamenti arretrati. Mancano tre mensilità, la tredicesima e diversi dipendenti in protesta hanno spiegato che ci sarebbero “buchi” nei versamenti del Tfr. Una situazione sempre al limite, che ha condotto gli operai ad organizzare una protesta spontanea, sostenuta dalle segreterie provinciali di Fiom, Fim e Uilm.
Senza vere prospettive di lavoro, molti dipendenti non sembrano intenzionati ad accettare ulteriori lungaggini burocratiche. Non escludono che l’ennesima procedura di licenziamento possa essere solo un escamotage. La situazione è ancora piuttosto tesa, anche se lo sblocco dei pagamenti potrebbe attenuare le conseguenze di una quotidianità lavorativa, certamente non semplice.