Gela. L’inchiesta ha permesso di ricostruire l’organigramma della Stidda di Gela e i rapporti di stretta collaborazione con Cosa Nostra, con la quale, in certe zone e in determinate circostanze, venivano divisi al 50 per cento i proventi degli affari illeciti pianificati,
secondo «una vera e propria logica di spartizione delle fonti di guadagno». Il presunto capo è individuato in Emanuele Palazzo, intercettato per quasi due anni nella centralissima piazza San Francesco, proprio davanti al palazzo di città. I carabinieri avevano piazzato delle cimici sin dalla metà del 2010, filmando e registrando anche a notevole distanza tutti gli incontri con gli affiliati.
Le indagini hanno permesso di accertare autori e mandanti di vari episodi criminosi tra cui la progettazione dell’omicidio di un pregiudicato comune, colpevole di avere incendiato l’automobile a uno stiddaro. Per impedire il delitto e proseguire le indagini senza suscitare sospetti, i carabinieri arrestarono la vittima prima che scattasse l’agguato mortale.
Ecco il video di una delle tante occasioni in cui Emanuele Palazzo è stato intercettato in piazza San Francesco.