Gela. Il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta Onelio Dodero avrebbe dovuto formulare le proprie richieste davanti alla corte presieduta dal giudice Lirio Conti.
Invece, l’ultima udienza andata in scena a Palazzo di giustizia e legata alla maxi inchiesta antimafia Compendium, è stata l’occasione per nuove contestazioni. Mentre il giudice Conti, affiancato dai colleghi Luca Solaini e Fabrizio Molinari, annunciava l’esigenza di un cambiamento nella composizione della stessa corte: il pm Dodero ha incentrato le proprie richieste su uno degli imputati, il quarantunenne Giuseppe Billizzi.
“Voglio chiarire – ha detto il magistrato – che in base agli accertamenti svolti, le contestazioni nei confronti di Billizzi non possono limitarsi a fatti verificatisi solo nel 2006. La partecipazione dell’imputato al gruppo mafioso scoperto durante le indagini deve prendere il via almeno dal 1998”.
Billizzi, fratello del collaboratore di giustizia Carmelo, anche lui imputato nel procedimento che si celebra davanti alla corte gelese, venne arrestato quattro anni fa perché ritenuto vicino al gruppo mafioso degli Emmanuello. Con l’operazione Compendium, i magistrati della Dda nissena ritennero di aver individuato un vasto gruppo criminale, composto da circa quaranta affiliati, in grado di operare non solo in città ma, soprattutto, in alcune regioni del nord Italia, dall’Emilia Romagna al Friuli Venezia Giulia.
Intanto, il giudice Lirio Conti si è riservato di emettere una decisione sulle indicazioni poste dalla pubblica accusa e relative alla partecipazione di Giuseppe Billizzi alle attività del gruppo mafioso. La prossima udienza è stata fissata per il 18 dicembre.