Processo ad ex manager dell’ospedale, verifiche su appalti assegnati

 
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Gela. Una serie di lavori affidati senza gara d’appalto all’interno dei reparti del Vittorio Emanuele sono costati l’avvio di un processo all’ex manager della struttura Corrado Failla. Nel corso dell’ultima udienza, è stato l’imprenditore Giovanni Salsetta a presentarsi davanti la corte presieduta dal giudice Paolo Fiore per testimoniare.

La sua azienda, infatti, ottenne lavori proprio su richiesta del manager Failla. “Venimmo chiamati – ha ammesso l’imprenditore – perché c’era bisogno d’interventi immediati alla rete fognaria. I responsabili del presidio ospedaliero cercavano un’azienda che non avesse alcun problema sul piano del rilascio delle certificazioni antimafia e, da questo punto di vista, la mia società dava tutte le garanzie necessarie”.
Rispondendo alle domande poste dal pubblico ministero Lara Secaccini, l’imprenditore ha confermato di aver effettuato ulteriori interventi che si aggiunsero a quelli alla rete fognaria nonostante, nello stesso periodo, fossero già in servizio nei cantieri del nosocomio gli operai di un’altra azienda, la Garozzo e Spada.
Alle domande poste dal pm e dal difensore Antonio Gagliano hanno risposto due tecnici in servizio nel periodo finito sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati della procura. “Il compito di effettuare accertamenti sull’affidamento dei lavori in somma urgenza mi venne assegnato dal manager Ettore Costa subentrato a Corrado Failla – ha spiegato l’ex capo settore tecnico della struttura – c’erano forti dubbi sulla correttezza delle procedure adottate. Vennero contattate nuove imprese nonostante la presenza nei cantieri delle ditte aggiudicatarie degli appalti. Ci chiedevamo come mai l’attività di verifica dei lavori fosse stata assegnata ad una società esterna nonostante la contemporanea presenza di un responsabile dei lavori. Anche in quel caso furono adottati criteri fiduciari”.
La difesa dell’imputato che deve rispondere d’abuso d’ufficio ha sempre escluso qualsiasi irregolarità: facendo leva sull’esigenza di effettuare importanti lavori di ripristino nei cantieri del secondo, terzo e quarto piano e nelle sale operatorie che gli operai delle aziende già attive in quella fase non erano in grado di svolgere.
“Ai titolari di una delle imprese aggiudicatarie degli appalti principali – ha replicato Gagliano – venne chiesto più volte d’intervenire sul sistema fognario ma rifiutarono. Di conseguenza, fu necessario agire con le procedure di somma urgenza e contattare altre aziende”.
Intanto, nuovi testimoni verranno sentiti nella prossima udienza del 29 maggio. I dirigenti della locale Asp si sono costituiti parte civile con l’avvocato Ferdinando Maurelli.

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