Butera. “Il titolare della Mazzeo srl, durante un colloquio nel mio ufficio, mi confermò che gli operai Davide Capritti e Salvatore Lo Stimolo non potevano essere allontanati perché imposti dal sindaco Luigi Casisi”.
A rivelarlo, è stato l’ingegnere Sergio Pecoraro, ex direttore dei lavori del cantiere avviato a Butera per il consolidamento di un’area a rischio smottamento. In questo modo, il tecnico ha risposto alle domande poste dal pubblico ministero Antonio D’Antona. Il primo cittadino Luigi Casisi è finito davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Fabrizio Molinari, per rispondere di tentata concussione.
Stando all’accusa, avrebbe imposto sia alla messinese Mazzeo srl che alla gelese Sogresal l’assunzione di alcuni operai a lui vicini. L’imprenditore Salvatore Greco, titolare della società di Gela, si è costituito parte civile nel procedimento. L’ingegnere sentito nel corso dell’udienza di ieri mattina, ha aggiunto che i titolari della Mazzeo srl temevano eventuali ripercussioni anche sul fronte dei pagamenti dei vari stati d’avanzamento lavori. L’avvocato difensore del primo cittadino buterese Antonio Gagliano, però, ha contestato la ricostruzione fornita dall’ingegnere Pecoraro.
“Mi saprebbe dire – ha chiesto al teste – se lei, per caso, ha avviato contenziosi con l’ente comunale per quanto riguarda gli incarichi ricevuti sul fronte del piano regolatore generale?”. L’imputato, da parte sua, conferma piena fiducia nella magistratura.
“Spero si possano spazzare via tutti i dubbi – ammette – confido nel lavoro dei giudici. Del resto, da quando mi sono insediato ho cercato di eliminare qualsiasi possibile conflitto d’interesse nell’assegnazione d’incarichi pubblici”.