Gela. Reato prescritto e assoluzione per l’ex direttore della filiale di Caposopranodell’allora Banca popolare di Lodi Giovanni Sciabica. E’ la decisione pronunciata dal giudice Antonio Fiorenza
davanti all’accusa di appropriazione indebita contestata all’imputato che, stando ai magistrati della procura, avrebbe effettuato una serie di operazioni utilizzando i conti corrente di alcuni clienti che si ritrovarono con ammanchi notevoli. Cinque di loro si sono costituti parte civile con gli avvocati Riccardo Lana e Francesco Terrazzino.
“Mancano tutti gli elementi per contestare l’appropriazione indebita – ha detto in aula l’avvocato difensore Giuseppe Fiorenza – le operazioni effettuate dall’imputato non sono mai state finalizzate ad un suo arricchimento personale. Si è trattato di storni contabili successivamente chiariti. Questa vicenda doveva rimanere solo nella sfera civilistica senza raggiungere le aule penali”. Il pubblico ministero Francesco Spataro ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, ritenendo del tutto fondate le accuse.
I legali di parte civile Lana e Terrazzino, invece, hanno messo in luce tutte le presunte responsabilità dell’ex direttore di banca. “La responsabilità è pacifica – ha precisato proprio l’avvocato Riccardo Lana – uno dei miei clienti si è ritrovato con un ammanco da quindicimila euro e la sua azienda è fallita. Chi lo ripagherà?”.
Proprio l’avvocato ha rappresentato in aula l’imprenditore Emilio Missuto, da almeno due anni protagonista di una serie di plateali proteste che, adesso, sono sfociate nella sua costante presenza nei pressi del piazzale di Palazzo di giustizia in attesa di risposte davanti al crack del suo gruppo edile. Anche l’imprenditore si è costituito parte civile. “Veniva negato anche l’estratto conto – ha precisato l’avvocato Francesco Terrazzino difensore di un ex dipendente Eni che ha denunciato ammanchi – l’obiettivo era chiaro, evitare che si accorgesse delle continue operazioni effettuate sul suo conto”.
Nel dibattimento è entrato anche il Banco popolare in qualità di responsabile civile.
Il legale dell’istituto di credito ha premuto sul tasto della prescrizione dopo aver ricordato l’avvenuto licenziamento dello stesso Sciabica da parte dei vertici del Banco. La linea difensiva, però, è passata. Proprio l’avvocato Fiorenza, difensore dell’imputato, nelle sue conclusioni aveva chiesto, in subordine, che il reato, risalente al 2007, venisse dichiarato prescritto. La vicenda, adesso, è destinata a proseguire in sede civile.