Gela. C’erano anche gli industriali di Sicindustria Caltanissetta al tavolo ristretto di ieri sera, in municipio, alla presenza del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano. Gli imprenditori, da tempo, chiedono un cambio di passo, soprattutto alla luce di una crisi che sul territorio locale non risparmia nessuno. Gli investimenti bloccati, spesso da lungaggini burocratiche e da una politica decisamente superficiale, sono tra le priorità. In concomitanza della visita istituzionale del ministro, il reggente di Sicindustria Gianfranco Caccamo ha messo nero su bianco un documento di “analisi e proposte”. I confindustriali parlano della necessità di una “New Era”. Dovranno prima di tutto essere mossi dei passi preliminari. Nella disamina dei vertici di Sicindustria emerge subito che, fino ad oggi, sarebbe mancata una “visione strategica di insieme”. L’area locale ha smarrito l’idea di un polo economico strutturato. Sono tante le cause, dalla mancanza di progettazione esecutiva “all’assenza di responsabilità e interesse”. Nella ricetta di Sicindustria, ci sono interventi ritenuti imprescindibili. Il progetto della tangenziale va integrato con quello “dell’accesso diretto alla zona industriale Nord 2”. Gli imprenditori non rinunciano alla possibilità che, finalmente, si arrivi a completare il tratto finale della Siracusa-Gela, anche inserendola “in un’area di crisi complessa che acceleri le procedure”. Il ministero per il Sud, inoltre, dovrebbe coordinare un tavolo tecnico per “gestire il progetto definitivo del nuovo porto turistico”. Nel documento realizzato, Caccamo guarda alla vicina Licata, come punto plausibile per la realizzazione dello yard della metalmeccanica, essendo presenti tutte le caratteristiche necessarie, così da agevolare l’interscambio con l’area locale.
Fondamentale, nel report, è anche la riduzione dei costi per l’acquisto di terreni nelle ex aree Asi, compresa quella locale. Gli imprenditori rimangono in attesa di concretizzare il protocollo di intesa di cinque anni fa. “Da quanto ad oggi risulta – si legge nel report – Eni ha portato avanti i progetti come da protocollo. E’ lampante però la mancata attuazione dell’articolo 7 che prevede l’istituzione di un tavolo tra le parti, che garantisca il coordinamento degli interventi”. Oltre a quello del 2014, che ha dato l’avvio alla fase di riconversione green della raffineria, Sicindustria vuole piena collaborazione anche rispetto al protocollo siglato da Ministero dell’ambiente ed Eni, finalizzato alla decarbonizzazione del sito industriale locale. “Non è più possibile prescindere da un modello di sviluppo che non preveda una crescita inclusiva, sostenibile, competitiva e un’economia verde”, dicono inoltre nel documento.