Gela. Uno spiraglio dopo tanti mesi d’attesa e di rabbia. La vertenza degli oltre dieci ex operatori marittimi della Siciliana salvataggi, rimasti senza lavoro a seguito dell’abbandono del servizio di rimorchiatori al porto isola Eni da parte dei loro ex dirigenti, potrebbe sbloccarsi almeno sul piano burocratico.
Lavoratori e sindacalisti della Filt Cgil, a conclusione dell’ennesimo sit in andato in scena davanti agli uffici della capitaneria di porto, sono stati ricevuti dal comandante Emiddio Greco. Durante la riunione, è emersa in maniera chiara l’intenzione di far inserire, nel nuovo bando per l’affidamento del servizio di rimorchiatori al porto isola, una clausola che obblighi la società vincitrice ad assumere tutti gli operatori rimasti senza lavoro. “Sicuramente – dice la sindacalista della Filt Cgil Rosaria Scicolone – è un segnale positivo. Da mesi, chiediamo proprio che questa clausola venga inserita nel bando europeo. Siamo allo stesso tempo sicuri che il bando tarderà ancora qualche mese. Questi lavoratori, però, hanno bisogno di certezze. Il comandante Greco, a differenza di altre volte, ci è parso molto convinto”.
Il problema per gli ex Siciliana salvataggi si chiama sicurezza occupazionale. “Le risposte – ammette Pino Lombardo della Filt Cgil – devono arrivare. Se non fosse così, mi verrebbe da chiedere a cosa servano le nostre istituzioni. Peraltro, il sistema di rimorchiatori è essenziale per garantire la sicurezza al porto isola. Non si può lavorare sempre in emergenza, alla presenza di una società che, comunque, è stata scelta solo a tempo determinato”.
Attualmente, sono gli operatori del gruppo Eureco a svolgere l’attività al porto isola in attesa del nuovo bando.
“Noi abbiamo perso anche l’ultimo briciolo di pazienza che c’era rimasto – si sfogano i lavoratori in sit in – alcuni nostri colleghi, solo per sbarcare il lunario, sono costretti a lavorare altrove, anche in nero. Davanti alla disperazione, cosa dovremmo fare?”.
Il comandante della capitaneria Emiddio Greco, da mesi, cerca di scongiurare il collasso dell’intero porto isola e, per questa ragione, sta cercando di mediare fra le parti in causa. Adesso, però, l’altro fronte d’emergenza è rappresentato dalla drastica riduzione dell’attività svolta al porto isola.
Il sequestro dell’impianto Topping 1, messo in atto all’indomani dello sversamento del 4 giugno, ha indubbiamente ridotto gli arrivi di navi cisterna e, di conseguenza, l’intera mole di lavoro degli operatori portuali.