Gela. Il porto rifugio presto dragato? Più che di un’ipotesi, potrebbe trattarsi di un risultato pronto ad essere raggiunto entro qualche mese. L’iniziativa, dopo diversi abboccamenti e richieste, è stata assunta direttamente dai dirigenti di raffineria.
I responsabili locali del gruppo Eni, infatti, hanno un’esigenza immediata: far arrivare in città i componenti da utilizzare per le manutenzioni di un impianto essenziale nell’equilibrio della produzione, il cocking 2.
Le enormi camere da inserire, però, possono giungere solo via nave. Così, i primi campionamenti sui fondali del porto rifugio, vero neo burocratico che, da sempre, ricopre l’intera vicenda, sono stati effettuati da tecnici incaricati dalla multinazionale. Adesso, spetterà solo ai funzionari regionali e ministeriali dare il responso ultimo.
L’iniziativa dei dirigenti Eni si lega alla necessità di organizzare gli impianti in vista della riattivazione delle due linee di produzione attualmente ferme per scelta aziendale. I manager del gruppo, così, hanno concordato l’intero percorso nel tentativo di fare presto.
Se la valutazione dei funzionari romani fosse favorevole: i lavori di dragaggio potrebbero iniziare senza troppi indugi. L’iter imposto, infatti, riguarda tutte le aree ricadenti tra i siti d’interesse nazionale, compreso quello locale. Zone caratterizzate dall’alta incidenza industriale.
Da tempo, l’intero porto rifugio risente della situazione di stallo: con gli stessi diportisti, in molti casi, costretti ad alzare bandiera bianca a causa dei fondali insabbiati. La questione del dragaggio è stata trattata, a Caltanissetta, durante il vertice in prefettura svoltosi ieri mattina.
Fra i partecipanti, anche il primo cittadino Angelo Fasulo e i dirigenti locali di Eni. Si è trattato di uno degli incontri fissati dopo la firma del protocollo d’intesa della scorsa estate. Fra i punti toccati, anche quello dell’assegnazione delle aree industriali ancora disponibili. Il relativo bando verrà pubblicato nelle prossime settimane, nel tentativo di coinvolgere nuove aziende pronte ad investire sul territorio.
Tra le conferme giunte, anche quella per la zona franca della legalità. Finanziamenti che, in questo caso, sono assicurati dalle casse ministeriali per agevolare tutte quelle attività economiche pronte a partire in città. Se le intese si trasformeranno in risultati concreti, saranno solo i prossimi mesi a dirlo. Di sicuro, dal porto rifugio fino alla zona franca, i tempi sono decisamente stretti.