Gela. Dal febbraio di un anno fa, l’anziana madre non riesce a spiegarsi il motivo delle dimissioni, dalla comunità che lo ospitava, del figlio con gravissime disabilità.
Le dimissioni decise dal dipartimento di salute mentale. Un provvedimento emesso dal direttore del dipartimento di salute mentale che è andato ad aggravare la già delicata situazione familiare: con la donna ultraottantenne impegnata già ad occuparsi di un altro figlio, anch’esso disabile.
Il sì in tribunale. Adesso, però, il giudice civile del tribunale ha dato ragione alla donna che scelse di agire legalmente. Il ricorso presentato dall’avvocato di fiducia della donna, Giovanna Miceli, è stato accolto dal magistrato che attraverso una propria ordinanza ha detto sì al reclamo. Alla base dell’azione, l’impossibilità per l’anziana di gestire, praticamente da sola, due figli con gravi disabilità. In sostanza, le dimissioni dalla struttura che ospitava l’uomo non sarebbero mai state concordate con la sua famiglia. Bisognerà capire, alla luce dell’ordinanza del giudice, quale sorte avrà il figlio della donna al centro dell’intero caso. Intanto, i funzionari di Palazzo di Città hanno scelto, a loro volta, d’impugnare l’ordinanza.
