Gela. Hanno perso il posto di lavoro e le loro vertenze potrebbero essere solo le prime di una lunga serie, soprattutto se non si sbloccasse il progetto della base gas di Eni. I lavoratori di “Tes”, “Bytest” e gli ex Trainito Costruzioni continuano a portare avanti la mobilitazione. Martedì, per gli oltre venti dipendenti licenziati dall’azienda edile “Tes” il confronto si sposta in prefettura, a Caltanissetta. Ad inizio settimana, hanno rivendicato il posto di lavoro o, almeno, la cassa integrazione. Si oppongono ai tagli decisi dalla proprietà, che invece ha scelto di disimpegnarsi dall’indotto, ritenendo che non ci siano certezze neanche sull’avvio dei cantieri della base gas. I sindacati hanno ottenuto l’intervento della prefettura. “Al tavolo, ci sarà anche Sicindustria – dice il segretario provinciale della Fillea Cgil Francesco Cosca – vanno date certezze e ci aspettiamo che tutti contribuiscano”. I lavoratori, negli scorsi giorni, hanno protestato davanti ai tornelli della raffineria di contrada Piana del Signore. Da mesi, invece, gli ex “Trainito Costruzioni” sono in sit-in davanti ai siti di Enimed. Per loro, dopo i licenziamenti, sembra che non ci sia più spazio nell’indotto della società del gruppo Eni. Molti, ormai da decenni lavorano nel settore. Ieri, sono stati ricevuti dal sindaco Lucio Greco. All’incontro, in municipio, ha preso parte la deputata regionale del Movimento cinque stelle Ketty Damante. In più occasioni, gli operai e i vertici sindacali hanno lamentato il disinteresse di Enimed ma anche quello dell’amministrazione comunale. Il sindaco, però, ha accettato la richiesta di incontro. “Gli operai hanno spiegato le ragioni della loro protesta – continua Cosca – nell’indotto di Enimed il lavoro non manca, ma si vedono passare davanti operai che arrivano da altre province. Noi, invece, chiediamo che la committente si impegni a dare precedenza ai lavoratori locali e questo vale anche per i cantieri che partiranno, finanziati con i soldi del Patto per il Sud. Ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso dall’amministratore delegato di Enimed”.
Dal sindaco sono stati ricevuti anche gli operai “Bytest”. Da alcune settimane hanno in mano un provvedimento di trasferimento. Dovrebbero prendere servizio in Piemonte, sede di riferimento dell’azienda che si occupa di controlli non distruttivi, controllata da “Tuv Italia”. Per i lavoratori e per i sindacati, si tratterebbe però solo di una decisione finalizzata a fargli fare un passo indietro, così da rinunciare al posto. Hanno proclamato un nuovo sciopero. “Il sindaco ha compreso quello che possa celarsi dietro alla decisione dell’azienda – spiegano i lavoratori – si è impegnato ad intervenire, chiedendo un interessamento della prefettura. Abbiamo ribadito che i lavoratori locali vanno tutelati, rigettando provvedimenti che per noi sono illegittimi. In raffineria, abbiamo ancora lavoro da svolgere, ma l’azienda preferisce dislocarci altrove”. Quasi all’alba del nuovo anno, il lavoro è sempre più precario in città.