Gela. E’ coinvolto nell’inchiesta “Stella Cadente”. Il quarantottenne Gaetano Simone, secondo gli investigatori, avrebbe fatto parte del gruppo di stiddari, capeggiato dai fratelli Bruno Di Giacomo e Giovanni Di Giacomo. Subito dopo il suo rientro in Italia, è stato arrestato e trasferito in carcere. Il gip, però, su richiesta dei legali di difesa, gli avvocati Giacomo Ventura e Giovanna Cassarà, adesso gli ha concesso gli arresti domiciliari. Il quarantottenne, da qualche tempo, lavorava fuori dal territorio nazionale. Interrogato, ha spiegato di non far parte della stidda. Già da tempo, si sarebbe messo alle spalle le amicizie che aveva in città. Per gli investigatori, però, avrebbe avuto un ruolo nelle attività del gruppo Di Giacomo. Ha ammesso di conoscere un altro coinvolto nell’inchiesta, Alessandro Scilio, ma solo perché vivevano nello stesso quartiere. I legali di difesa hanno ribadito la sua estraneità ad ambienti mafiosi.
Informato del blitz e del provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso nei suoi confronti e chiesto dai pm della Dda di Caltanissetta, ha spontaneamente scelto di rientrare in Italia, presentandosi davanti ai poliziotti. Anche questo aspetto è stato sottolineato dai legali che lo assistono e che hanno ottenuto una misura diversa dalla detenzione in carcere.