Gela. La Regione non si è ancora espressa, in via definitiva, sulla revisione della procedura per la valutazione di impatto ambientale dell’impianto di termo ossidazione dei rifiuti, che l’azienda Energika prevede di realizzare nell’area industriale di Brucazzi. Un progetto finanziariamente importante che, però, rallenta anche a causa di procedure fin troppo farraginose. Dopo l’iniziale parere negativo rilasciato dagli assessorati competenti e dalla commissione tecnica specialistica, gli imprenditori di Energika, azienda fondata dall’ingegnere Angelo Tuccio, deceduto lo scorso anno, si sono rivolti al Tar Palermo. Hanno ottenuto la sospensiva e i giudici amministrativi, lo scorso luglio, hanno imposto alla Regione di ritornare a valutare le carte prodotte dall’azienda. Ad ottobre, da Palermo è arrivata una nota, nella quale si preannuncia un nuovo rigetto. La procedura, però, non è stata chiusa, violando il termine di quaranta giorni che era stato imposto dai giudici del Tribunale amministrativo. Al nuovo preavviso di rigetto, i tecnici dell’azienda hanno risposto con una serie di osservazioni a favore dell’impianto, progettato per lavorare 50 mila tonnellate all’anno di rifiuti, trasformandoli in energia pulita. Tra i motivi dell’iniziale no al progetto, il fatto che ricadesse in una zona sottoposta ai vincoli di Rete Natura 2000. Gli imprenditori di Energika hanno più volte sostenuto, anche attraverso i loro legali, che in realtà il diniego era stato espresso dopo la valutazione di una versione non definitiva del progetto. Quella finale esclude che l’impianto venga realizzato in area vincolata.
Davanti all’ennesimo ritardo degli uffici regionali, il Tar ha accolto la richiesta dei legali della società gelese, fissando un nuovo termine di trenta giorni per completare l’iter. Se i funzionari dell’assessorato territorio e ambiente non dovessero rispettarlo, allora verrà nominato un commissario ad acta, già individuato nel segretario generale della presidenza della Regione siciliana.