Base gas Eni ferma, licenziamenti indotto: Mancuso, “deputazione nazionale assente”

 
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I lavoratori Tes hanno avviato la protesta

Gela. La proprietà dell’azienda “Tes” ha spiegato che i licenziamenti degli oltre venti dipendenti edili sono dovuti soprattutto alla mancanza di certezze sull’avvio del progetto “Argo-Cassiopea” di Eni. I lavoratori hanno iniziato la loro protesta, davanti ai tornelli della fabbrica di contrada Piana del Signore. Chiedono un passo indietro o, almeno, la cassa integrazione. Un’emergenza che è sempre più diffusa nell’indotto dello stabilimento. Da mesi, si attende la firma del ministro dell’ambiente Sergio Costa che dovrebbe dare l’ultima parola sulla proroga Via per i cantieri della base gas di Eni, un investimento cruciale, previsto nel protocollo di cinque anni fa. “Prendiamo atto dell’assenza o dell’inefficienza della deputazione nazionale in particolare quella governativa – dice il deputato regionale forzista Michele Mancuso – non è possibile che dalle istituzioni regionali si è riusciti ad avere il via in pochi giorni, mentre a causa della burocrazia centrale c’è il rischio di far sfumare una grande opportunità per il territorio. Invito il ministro dell’ambiente ad intervenire pubblicamente sulla vertenza”. Prima del via libera regionale, in realtà, ci sono volute diverse settimane. In estate, è stato lo stesso Mancuso a strappare il parere necessario e a portarlo al tavolo di confronto in municipio. Adesso, però, vede responsabilità, anche politiche, in capo a chi sta la governo, a cominciare dal Movimento cinque stelle del ministro Costa.

“Di fatto – conclude – questo corto circuito burocratico sta causando il mancato rinnovo delle commesse di lavoro sia per la manutenzione che per la costruzione di nuovi impianti, con il pericolo di perdere le somme che Eni ha impegnato su Gela. Mi chiedo come da Roma possano dormire sonni tranquilli sapendo del problema creato, oltre ai posti di lavoro persi. Noi, insieme alle rappresentanze istituzionali del territorio, saremo pronti a qualsiasi forma di protesta, consapevoli che non si può più rinviare una situazione così grave”. I vertici della Cgil provinciale hanno avviato la vertenza “Sblocca Gela” e nelle prossime ore anche le segreterie di Filctem, Femca e Uiltec potrebbero annunciare una manifestazione di protesta.

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