Gela. Un’indagine arrivata fino in Calabria. Da lì, avrebbe operato il presunto orco dei bambini. Il cinquantasettenne Antonio N. è accusato di aver tentato di adescare anche una ragazzina gelese. Frequentava la seconda media quando accettò l’amicizia, sul social Facebook, di “Antonio milanista”. Dopo pochi minuti, iniziò a ricevere richieste sessuali esplicite, accompagnate da foto di genitali maschili. “Era già stato sottoposto ad una perquisizione nella sua abitazione di Catanzaro per reati dello stesso tipo – ha detto in aula un funzionario della polizia postale di Caltanissetta – gli vennero sequestrati lo smartphone e un pc. Per acquistare la sim aveva usato i dati di un suo omonimo, nato però nel 1950”. Una moglie e due figli, di Antonio N. si erano interessati anche i magistrati della Dda di Caltanissetta, nell’ambito di un’inchiesta sulla criminalità organizzata. Fu la mamma della ragazzina gelese adescata a denunciare tutto e a far partire le verifiche. Il profilo di “Antonio milanista” sarebbe stato creato solo per contattare minorenni. Un’ipotesi che ha portato a processo l’uomo, davanti al giudice Miriam D’Amore.
L’ombra pesante è quella della pedofilia. Il pm Luigi Lo Valvo ha chiesto ulteriori delucidazioni tecniche al funzionario della polizia postale nissena, che si occupò di analizzare il profilo dell’imputato. Pare che tra le amicizie ottenute, gran parte fossero tutti di ragazzini, anche molto piccoli. La decisione nei suoi confronti dovrebbe arrivare all’udienza fissata per il prossimo aprile.