Gela. Non solo i reperti arcaici che emergono quasi quotidianamente durante i cantieri di scavo avviati in città, ma la storia locale va tutelata anche riportando alla luce le vecchie basole di tante vie limitrofe al centro storico e non solo. Nuccio Mulè chiede direttamente all’amministrazione comunale di farsene carico, prendendo spunto dalle basole emerse durante i lavori in via Mallia. “Il rifacimento di via Mallia, dal Corso a via Rossini, promette bene per il ripristino, laddove è possibile, delle antiche pavimentazioni del centro storico – dice – quasi tutte le basolette calcaree di questo breve tratto di strada sono riaffiorate dal bitume che le aveva occultate per decenni e quindi, con qualche piccola aggiunta, la stradina potrà essere ripristinata come in antico. Purtroppo gli antichi basolati, tra gli anni sessanta e ottanta, sono stati quasi tutti smantellati e sostituiti vuoi dall’asfalto, vuoi da mattonelle autobloccanti, ma anche da nuovi basolati di pietra calcarea del ragusano che hanno sostituito quelli antichi ancora in buono stato di conservazione, scelta quest’ultima inspiegabile”. Per decenni, non c’è stata alcuna attenzione. “Che brutta storia quella dell’antica pavimentazione urbana di Gela, lasciata da decenni al triste destino di essere smantellata senza che l’istituzione si sia mai presa la briga di evitarla. E così tanti lavori per la posa di condutture di acqua, gas ed altro, spesso negli anni passati, sono stati lasciati senza controllo – continua – peraltro con l’eclatante indifferenza della soprintendenza e senza che le ditte appaltatrici dei lavori avessero ripristinato lo stato dei luoghi”.
Mulè elenca una serie di casi, tutti dello stesso tipo. “Oltre via Mallia, oggi sono in corso di rifacimento anche le vie Aretusa e Picceri, pertanto, si chiede ai nostri amministratori un comportamento analogo di salvaguardia nella restituzione alla città degli antichi basolati. Questo comportamento, a prescindere da qualsiasi giudizio, per gli amministratori locali ha rappresentato e rappresenta una cartina di tornasole nei riguardi del bene culturale, una cartina di tornasole che spesso, purtroppo, ha virato il proprio “colore” verso quello dell’indifferenza – conclude Mulè – si spera vivamente che gli errori delle passate amministrazioni servano a questa di oggi per evitare di infierire ancora sui nostri beni culturali”.