Gela. Con l’inchiesta “Stack of paper”, i pm della procura e i militari della guardia di finanza hanno ricostruito una presunta rete di società di comodo, trasformate in cartiere per l’emissione di fatture, e truffe all’erario. Al termine dell’istruttoria dibattimentale, il giudice Marica Marino ha emesso quattro condanne. Due anni e dieci mesi di reclusione a Cristoforo Palmieri, due anni e due mesi ciascuno per l’imprenditore niscemese Gianfranco Sanzone e per Lorenzo Li Calzi e un anno e dieci mesi a Fabio Fasulo. Per il pubblico ministero Sonia Tramontana, che ne ha chiesto la condanna, sarebbero stati consapevoli del giro fraudolento, fatto anche di compensazioni fiscali illecite, perché non dovute. La prescrizione, invece, ha riguardato altri due imputati, l’imprenditore Rosario Marchese (difeso dai legali Giovanna Zappulla e Ivan Bellanti), di recente coinvolto nelle inchieste contro la stidda “Stella cadente” e “Leonessa”, e Biagio Incardona (difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone). Altri capi di imputazione, contestati ai coinvolti finiti a giudizio, sono risultati prescritti. L’inchiesta si estese a centinaia di operazioni ritenute fuori legge, che avrebbero agevolato imprenditori compiacenti, consentendo ai consulenti di intascare compensi per le attività svolte.
I legali di difesa, gli avvocati Davide Limoncello, Giusy Ialazzo, Massimiliano Conti e Giuseppe Smecca, nelle loro conclusioni, hanno messo in dubbio che le operazioni finite nel mirino degli inquirenti potessero avere finalità illecite. Sono stati ricostruiti i rapporti tra diverse aziende e gli imputati. Dopo il deposito delle motivazioni, probabilmente i difensori presenteranno appello.