Gela. Le cause della morte del trentasettenne Francesco Giudice, probabilmente, verranno chiarite da un’indagine. Una vicenda che fa ritornare a galla una voragine mai colmata, la carenza di posti letto e servizi all’ospedale “Vittorio Emanuele”. Il consigliere comunale Paola Giudice non entra nel merito del caso, ma fa precise accuse. “Non è umanamente ammissibile che un paziente appena operato venga “parcheggiato” in astanteria e questo al di là delle eventuali responsabilità delle strutture ospedaliere che verranno o meno accertate – dice – è assurdo e ingiustificabile che in un paese che si reputa civile non ci siano posti letto per i pazienti che ne necessitano e a maggior ragione per quelli che hanno appena subito una delicata operazione. È inaccettabile e umiliante che chi si reca al pronto soccorso venga lasciato in astanteria senza privacy, uomini, donne, bambini senza distinzione. La Politica, quella con la p maiuscola, deve occuparsi dei bisogni dei cittadini e rivendicarne i diritti”.
La politica che non risolve i vuoti di una città sempre più in difficoltà viene del tutto bocciata dal consigliere. “È un problema di ordine pubblico, di diritto alla salute, di dignità negata ad un intero territorio – continua Giudice – la sanità è di competenza regionale e nonostante una vasta schiera di politici che Gela ha sempre espresso ci ritroviamo in una situazione a dir poco disastrosa.
Svegliatevi, perché è già troppo tardi”.