Gela. Sabato prossimo alle 15,30, in Municipio si svolgerà un convegno di studi a duecento anni dalla nascita del gelese Giovanni Di Bartolo, architetto e agronomo che portò alto il nome della città di Gela nel panorama nazionale del XIX secolo. Il convegno si terrà sabato alla Pinacoteca. Di Bartolo è stato, infatti, l’unico gelese nella storia ad essere ammesso all’ Accademia dei Georgofili di Firenze.
Ad organizzare il convegno sono stati i familiari di Di Bartolo con la collaborazione dell’Accademia dei Georgofili, gli Ordini degli Agronomi e degli Architetti della Provincia di Caltanissetta, la Società nissena di storia patria di Caltanissetta e il Comune di Gela. Una parte della sua vita Di Bartolo la trascorse nella sua città natale le cui caratteristiche durante la fase post Unità d’Italia saranno delineate dal prof. Nuccio Mulè.
Chi era Giovanni Di Bartolo
Giovanni di Bartolo è il secondo di 5 fratelli nati dall’arch. don Emanuele di Bartolo (le cui relazioni e disegni architettonici copiosi si conservano nell’Archivio di Stato di Caltanissetta) e da donna Giuseppa Licata.
Nacque a Terranova di Sicilia (Gela), il 3 ottobre 1819.
Morì nel catanese (tra Mascali e Giarre), in una data imprecisata, certamente dopo il 1868 e prima del 1880.
Dopo gli studi di architettura/ingegneria a Palermo, dove si licenziò prima architetto e successivamente ingegnere nel 1845, specializzandosi in agronomia (materia a quale tempo studiata nei corsi di architettura/ingegneria), lavorò con il padre a Terranova di Sicilia.
Qui eseguì numerose perizie per conto del Municipio di Terranova e sostituì il padre nella direzione dell’allora “ufficio tecnico” della città occupandosi principalmente di lavori urbanistici (la strada marina, l’acquedotto di San Giovanni, il basolato del corso, etc. etc.); perizie e stime agronomiche (di grande importanza tutta l’estimo dell’ex Feudo-Nobile requisito dal comune per dividere la terra tra i contadini), non-ché di progetti (a dire il vero pochi) monumentali, come il carcere di Castrogiovanni il cui disegno a china è conservato nel piano superiore della Biblioteca Comunale di Gela, esposto in un quadro.
Nel 1851 pubblica negli Annali di Agricoltura Siciliana redatti per istituzione del Principe di Castelnuovo, un primo saggio dal titolo “Coltivazione del cotoniere in Terranova”.
Ma è tra il 1851 e il 1863 che la sua fama e notorietà si accresce in tutta l’isola e in particolare nelle province di Caltanissetta e nel Circondario di Terranova.
E’ nominato membro della Commisione di Antichità e Belle Arti della Sicilia
Corrispondente degli Annali di Agricoltura Siciliana
Membro della Società Economica di Girgenti
E’ professore di matematica nelle scuole
Ingegnere delle solfatare del Circondario di Terranova
Guardia generale onarario di acque e foreste
Ingegnere direttore per l’irrigazione della vasta piana di Terranova
La vera svolta, che lo rende conosciuto e apprezzato oltre lo stretto di Sicilia, è però il 1863.
Viene infatti nominato dal R. Ministero di Agricoltura Industria e Commercio (i documenti sono all’archivio centrale dello Stato di Roma) di ispezionare i ter-reni cotoniferi di tutta la provincia.
I suoi impegni istituzionali sono sempre pù frequenti e nel 1863 è nominato giurato nella prima esposizione italiana dei cotoni che si tiene a Torino.
Inizia il suo grand-tour per l’Italia centrale e settentrionale.