Gela. “Negli enti pubblici non sono previsti i contratti quadro. Verrebbe violato il codice degli appalti”. Giovambattista Mauro, vicepresidente dell’Ordine provinciale degli architetti, non segue la proposta avanzata dal presidente della commissione consiliare sviluppo economico Rosario Faraci e anzi rilancia. “Non mi pare affatto una buona idea – dice rifacendosi alla denominazione del movimento politico di Faraci e del vicesindaco Terenziano Di Stefano – ci sono regole e norme precise che non possano essere violate. I contratti quadro possono andar bene per le aziende private. Non capisco poi quale dovrebbe essere il ruolo di una società di ingegneria, multidisciplinare. Forse, acquisire l’appalto e poi demandarlo a professionisti locali, magari con compensi al ribasso?”. Faraci ha richiamato l’ipotesi dei contratti quadro, dopo il taglio dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud. Li ritiene strumenti ai quali far affidamento per accelerare le procedure ed evitare di perdere altri finanziamenti. In questo modo, il Comune si affiderebbe a società private, multidisciplinari, incaricate di seguire tutte le fasi, compresa quella della progettazione. “Siamo pronti a mettere a disposizione la struttura dell’Ordine degli architetti anche per lanciare bandi a due livelli – continua Mauro – sono queste le soluzioni da perorare. Piuttosto che ipotizzare i contratti quadro, apriamo un confronto tra l’amministrazione comunale e gli ordini professionali. Lo abbiamo già fatto con la costituzione di un elenco di professionisti per il supporto ai rup comunali. Bisognerebbe attingere da una lista di questo tipo. Ad oggi, non mi risulta che sia stato fatto. Si deve costituire un ufficio progetti, con professionisti selezionati tramite bandi pubblici. Non voglio fare polemica con nessuno, ma non credo che il sindaco Lucio Greco abbia intenzione di avallare i contratti quadro, che ripeto andrebbero in contrasto con le norme del codice degli appalti”.
L’ex assessore, da tempo ai vertici dell’Ordine provinciale degli architetti, è invece propenso a sostenere la soluzione di professionisti esterni che possano tappare i buchi di un organigramma comunale, certamente non così florido, ma sempre passando da bandi pubblici, senza appaltare i servizi ad aziende private.