Novanta milioni di euro bruciati e una città al tracollo, promesse fallite e politica grande assente

 
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Gela. Avere i soldi praticamente in mano e bruciarli come se niente fosse. Una parabola, sempre più pericolosa, che fa sprofondare la città, per decenni martoriata dai nefasti effetti di un’industrializzazione che ha mietuto capitali ma anche morti e malati. L’ultimo capitolo parla di trentatré milioni di euro che in un sol colpo non ci sono più, cancellati da una Regione che probabilmente preferisce assecondare i centri di potere (politici ed elettorali) del catanese e del siracusano e da una politica locale (senza troppe distinzioni), che non sa programmare. Un territorio totalmente impoverito che però deve fare i conti non solo con i trentatré milioni che se ne vanno. Gli insuccessi delle procedure del Patto per il Sud sono figli di precedenti ancora più preoccupanti. Quando Eni decise di stoppare il ciclo tradizionale della produzione di idrocarburi, ormai cinque anni fa, il patto prevedeva che mettesse a disposizione trentadue milioni di euro per il Comune. “Soldi che sono della città”, hanno negli anni ripetuto tutti gli amministratori che si sono succeduti in municipio. Che fine abbiamo fatto questi soldi, probabilmente non lo sanno né gli amministratori né i dirigenti dell’ente. Per anni, è sembrato che questi trentadue milioni di euro, ben poca cosa davanti a quanto patito dalla città, dovessero risolvere ogni intoppo. Milioni di euro che avrebbero dovuto arginare una crisi che si è mangiata un intero territorio. Invece, niente. Firme e riunioni ufficiali, a favore di telecamere, non sono mai mancate. A cinque anni di distanza, dei trentadue milioni si parla quasi a stento. Mentre si attendeva che i famosi soldi delle compensazioni (i celeberrimi trentadue milioni di euro) rilanciassero la città (come…non è ancora ben chiaro), ecco che si chiudeva un’altra procedura milionaria. Accordo di programma, firmato addirittura al ministero e alla presenza dell’allora vicepremier Luigi Di Maio. Anche in questo caso, un’intesa al ribasso. Per anni, si era favoleggiato di maxi fondi che avrebbero dovuto rivoltare l’essenza economica del tessuto produttivo locale, da sempre solo di matrice Eni. Alla fine, dopo una sequela quasi infinita di tavoli romani e palermitani, la cassa segna venticinque milioni di euro, da distribuire su un’area di crisi complessa composta da oltre venti comuni. Ministeri vari e Invitalia non sono bastati ad evitare un clamoroso fallimento. Quei soldi, messi sul tavolo dal governo e dalla Regione, probabilmente non serviranno a niente. Forse, solo un progetto potrà ottenere il finanziamento. Insomma, l’ennesimo “successo” della politica locale e di una burocrazia che sembra aver perso la chiave di lettura delle cose ormai da anni.

A questo punto, non ci sarebbe da meravigliarsi se anche l’ultima “moda”, la Zona economica speciale, finisse con un clamoroso flop. In attesa, ci sarebbero pure i circa trenta milioni di Agenda Urbana. Bisognerà aspettarsi nuovi tagli o altri soldi sprecati? Per ora, tra compensazioni, Patto per il Sud e accordo di programma, circa novanta milioni di euro potrebbero finire nel nulla, risucchiati dal pressapochismo burocratico e da una politica che guarda ai voti ma che non sa affatto concretizzare. In municipio, si sono succedute le giunte Fasulo, Messinese e adesso Greco, con l’intermezzo del commissario straordinario Rosario Arena. Risultati non se ne vedono. Il taglio dei soldi del Patto per il Sud sembra quasi la parola fine scritta sul testamento di una città relegata ai margini, in ogni settore.

3 Commenti

  1. Cascino Comandatore ringraziate il vostro Presidente per il colpo di grazia. Almeno cosi non soffriamo più.
    Mancuso se ci sei batti un colpo. In quale parte della provincia sei impegnato.
    La città ringrazia tutta la deputazione regionale e nazionale per avere vigilato sulle risorse destinate alla città. A parte un po di indignazione generale non abbiamo visto nulla. Sigmor Sindaco io l’ho votata. La finisca di fare ancora campagna elettorale e passi all’azione. Da lei abbiamo visto sino ad oggi solo spot. La htriste verità è che non abbiamo politici di valore. Tutti si possono permettere di venire a Gela cacare pisciare ed andarsene (scusate la volgarità ma quello che è accaduto non si può sentire)

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