Gela. Come spesso capita quando ci sono da finalizzare progetti che possano portare vantaggi alla città, anche del Museo del mare pare si siano perse le tracce. A settembre, l’amministrazione comunale si è lanciata lungo la strada di un progetto alternativo, con il trasferimento dei componenti della nave arcaica nei locali del convento delle ex Benedettine. Totale, circa due milioni di euro, probabilmente dalle compensazioni Eni. Una collocazione solo temporanea. Giuseppe Alessi, dell’associazione “Archeo-Ambiente”, rilancia il caso. “Non riesco a capire la motivazione per cui la ditta già vincitrice a maggio del 2019 del ricorso per la costruzione del Museo della navigazione non abbia ancora iniziato i lavori – dice – vi sono voci che dicono che la ditta sia in attesa del rilascio del certificato antimafia, altre ancora asseriscono che i cinque milioni per l’appalto siano stati stornati per il lungo tempo trascorso. Personalmente, temo che la somma prevista di cinque milioni di euro per la costruzione del Museo della navigazione sia stata stornata, così come è già avvenuto per i trentotto milioni di euro destinati alla nostra città”.
Alessi chiede perlomeno di avere chiarezza e si appella alla politica locale. “Faccio un appello alla classe politica che ci rappresenta, di vigilare – conclude – e di essere coesa nel tutelare i giusti interessi della città”. Senza garanzie, tutto rischia di saltare, per l’ennesima volta.