Gela. Non solo le verifiche sulle possibili cause della morte del trentaseienne Filippo Russello e del quarantacinquenne Gianfranco Di Natale, ma come anticipato sotto esame c’è anche la vicenda del cinquantaquattrenne Flavio Martines. Tutti dipendenti Eni, impegnati nello stesso campo iracheno avviato dalla multinazionale. Martines, negli scorsi mesi, è stato colpito da un ictus. Per salvargli la vita, i medici sono stati costretti ad asportargli una parte della calotta cranica. Negli ultimi giorni, dopo il rientro in città, è stato trasferito alla clinica “Santa Barbara”. I pm della procura hanno disposto l’esame di suoi campioni di sangue. Pare che prima della partenza per l’Iraq, non fosse stata riscontrata alcuna anomalia. Nel campo di Eni, era spesso assegnato alla gestione del magazzino, dove venivano stoccati materiali da lavoro e componenti, necessari per le attività sul posto. La scorsa settimana, sono state effettuate le operazioni autoptiche sui corpi di Russello e Di Natale.
I pm della procura di Gela e quelli di Palermo, che hanno avviato indagini parallele, non escludono la pista della contaminazione da sostanze tossiche. Sono tante le voci che si rincorrono, anche tra i dipendenti di quel campo, dall’uranio impoverito al fosforo bianco. In teatri di guerra, come quello iracheno, nulla può essere trascurato.