“Troppi nove anni per Pudm, accertai poca solerzia”, Pizzardi: “Su immobili piano in stato avanzato”

 
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Antonio Pizzardi

Gela. Accettò di entrare a far parte della giunta Greco nella fase finale del mandato da sindaco dell’avvocato. Nell’arco di poco meno di un anno, l’ex assessore Antonio Pizzardi ha cercato di arrivare ad un quadro chiaro su temi che saranno nuovamente all’attenzione dell’amministrazione Di Stefano. Il Piano del demanio marittimo e il “censimento” degli immobili comunali sono stati punti sui quali Pizzardi ha voluto focalizzare l’attenzione istituzionale, seppur con uffici a scartamento ridotto. Del Piano del demanio marittimo si è ripreso a parlare con l’avvento dell’assessore Giuseppe Arancio e con il lavoro che intende concretizzare il consigliere dem Giuseppe Fava. “Non appena mi insediai – spiega Pizzardi – cercai subito di fare chiarezza e di risalire alle ragioni di una stasi eccessiva intorno al Piano del demanio marittimo. L’incarico iniziale ai tre professionisti scelti per redigerlo fu affidato nel 2015. Da allora, si sono susseguite diverse situazioni, con gli elaborati restituiti dalla Regione al Comune, affinché si procedesse ad integrazioni. Si sono avvicendati diversi professionisti che ottennero incarichi per l’aggiornamento e l’adeguamento di questo importante strumento. Sono passati nove anni e l’ultimo vero atto è la relazione del funzionario che ricostruì solo la cronistoria e risale allo scorso anno. Purtroppo, ho notato che non c’era un’attività costante intorno a questo tema. Mi attivai per una conferenza di servizi e un confronto con i professionisti che avevano ricevuto incarichi per completare il Pudm e tutti gli strumenti annessi. Il mio mandato, però, si è concluso prima”. Ad oggi, il Pudm è un’incompiuta e senza una pianificazione per le aree costiere si rischia una falla amministrativa enorme, con introiti che non arriveranno a Palazzo di Città. Pizzardi parla di “solerzia” che bisogna avere per completare il lavoro intorno al Piano del demanio. Toccherà all’attuale amministrazione prendere in carico un dossier che nel tempo è andato a sbattere contro più muri, appesantito da una burocrazia che non sembra abbia raggiunto gli obiettivi. In un Comune in dissesto, inoltre, essenziale è non perdere di vista il patrimonio immobiliare, altro aspetto che nel tempo non ha mai trovato un equilibrio vero e proprio. Durante la sua esperienza amministrativa, Pizzardi ha voluto premere più volte questo tasto.

“Un piano di valorizzazione e alienazione degli immobili comunali è pronto almeno per il settantacinque per cento – conclude – abbiamo lavorato su questo. Senza una valorizzazione precisa degli immobili comunali non è possibile pianificare i canoni per l’uso da parte di terzi. Affinché potesse essere completato, stavo cercando di finalizzare un incarico ad un professionista esterno. Anche in questo caso, la fine del mio mandato non mi ha permesso di concretizzare questo atto, che ritengo in ogni caso essenziale se si vorrà completare il piano”. Dagli accertamenti richiesti da Pizzardi emersero situazioni non in linea con gli interessi dell’ente, anche rispetto ad immobili comunali nella disponibilità di privati o enti ma senza un ritorno economico per il municipio. Dal Piano del demanio marittimo e fino al “censimento” degli immobili comunali, la nuova amministrazione dovrà comunque sanare vuoti che già in passato la Corte dei Conti e gli organi di controllo dell’ente hanno messo in rilievo.

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