Spari a Borgo Manfria, per il tentato omicidio abbreviato per i Pisano: sarà sentito un testimone

 
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Gela. In aula si tornerà a luglio. Il gup Miriam D’Amore, oggi, ha ammesso al rito abbreviato Orazio Pisano e Giuseppe Pisano, padre e figlio, accusati del tentato omicidio di Borgo Manfria, quando Carmelo Palmieri rimase ferito da colpi di arma da fuoco. Il gup ha autorizzato l’abbreviato condizionato all’esame di un testimone, indicato dalla difesa degli imputati. I due Pisano sono le figure principali intorno alle quali è ruotata l’attività di indagine, condotta dai carabinieri e coordinata dai pm della procura locale. Secondo le accuse, quel tentato omicidio sarebbe da collegare alla volontà dei Pisano di controllare alcune zone rurali, soprattutto nelle aree di Borgo Manfria e Mangiova, imponendo la messa a posto per la raccolta della paglia. Una versione che le difese escludono, così come gli imputati. Per gli investigatori, fu Giuseppe Pisano a sparare, giunto a Borgo Manfria su un’auto guidata da Giuseppe Vaccaro. Ci sarebbe stato il benestare del padre, almeno stando all’ipotesi avanzata dagli investigatori. I due Pisano sono attualmente detenuti.

Riti alternativi sono previsti per altri imputati, lo stesso Vaccaro e ancora Emanuele Pisano (fratello di Orazio) e Pericle Ignazio Pisano. Non hanno optato per l’abbreviato altri due coinvolti nell’inchiesta, Fabio Russello e Vincenzo Alberto Alabiso, accusati di una serie di furti. I Pisano, secondo gli investigatori, avrebbero avuto la disponibilità di armi. Emanuele Pisano, che per gli inquirenti avrebbe saputo del sistema mirato a controllare le zone rurali, subì l’incendio del proprio caseificio, danneggiato dall’azione di un minore, pare su richiesta del fratello Orazio Pisano. Ci sarebbe stata tensione tra i due. Lo stesso Emanuele Pisano è nel procedimento pure come parte civile, con il legale Giovanni Lomonaco. Gli investigatori fecero subito partire le indagini monitorando il ferito. Venne intercettato mentre era ricoverato all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. Nei dialoghi captati sarebbero emersi particolari che condussero ai Pisano e al loro ruolo nella gestione delle presunte estorsioni. Parte civile è inoltre Carmelo Palmieri, assistito dall’avvocato Vittorio Giardino. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Cristina Alfieri, Nicoletta Cauchi, Carmelo Tuccio e Boris Pastorello. La procura segue il procedimento con il sostituto Fabrizio Furnari.

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