“Gravi inadempienze di Caltaqua e Siciliacque”, opposizione: “Amministrazione non incide”

 
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Gela. Il consiglio comunale monotematico sui disservizi idrici va avanti. L’opposizione ha fortemente criticato l’assenza dei referenti di Siciliacque e Caltaqua. Il renziano Zappietro, la meloniana Cavallo, il cuffariano Irti e l’indipendente Di Benedetto, hanno subito contestato un servizio che non rispetta i parametri contrattuali. Caltaqua non osserva i dettami degli atti tecnici e di tutti quelli collegati al contratto. Servizio sostitutivo inefficiente, l’assenza di programmazione, la mancanza di interventi infrastrutturali e “uno scarso impulso dell’amministrazione”, sono tutti fattori che per la minoranza stanno incidendo sui cittadini. “Come mai nella relazione di inizio mandato del sindaco non si fa richiamo alla battaglia per l’acqua?”, ha chiesto il consigliere Cosentino. Le “inadempienze dell’ente gestore sono gravissime”, ha proseguito Cosentino. Forti dubbi sono stati mossi intorno alle mosse del presidente Ati Conti. “Quali sanzioni sono state imposte per gli inadempimenti dal presidente Conti che è stato protagonista nella recente campagna elettorale?”, ha aggiunto l’ingegnere Cosentino.

Per Gabriele Pellegrino di “Avanti Gela” non “è più l’ora del politichese”. “La vocazione turistica senza acqua non è pensabile. Siamo come nel cosiddetto terzo mondo”, ha aggiunto il consigliere. Un tavolo permanente con i consiglieri e con i rappresentanti dei quartieri e una verifica sugli investimenti delle società del ciclo idrico, sono tra le richieste dell’opposizione. “L’amministrazione deve dare segnali tangibili”, ha aggiunto Pellegrino. Non si esclude un sit-in davanti alla sede di Caltaqua. “Questa amministrazione ha subito avviato interlocuzioni con Eni per l’acqua, l’assessore Franzone lavora dalle sei del mattino sempre per tentare di fare risposte – ha sottolineato il grillino Castellana – non accetto che si spari sulla Croce rossa. Il governo regionale a che punto è con i lavori sulle reti idriche?”. Il forzista Biundo ha parlato di un consiglio comunale “monco” per l’assenza dei manager di Caltaqua e Siciliacque. “Abbandoniamo l’aula tutti insieme per fare capire a Caltaqua e Siciliacque che devono rispettare la città”, ha insistito l’azzurro. I dem, tramite il capogruppo Orlando, condividono il percorso del sindaco. “È presente – ha indicato il consigliere – si è subito messo al lavoro sul tema idrico. Se ci sono i guasti della rete la responsabilità non può essere addebitata a lui”. L’altro dem Fava ha ricordato di “un’intera estate dedicata ad affrontare la crisi idrica”. “L’approccio è quello giusto”, ha riferito inoltre. Fava è per un “tavolo permanente sula questione idrica”. Lo stesso vale per il capogruppo civico Giudice che però ha invitato “a non fare populismo”. Il parlamentare Ars Salvatore Scuvera non ha nascosto la delusione per l’assenza in aula delle società del ciclo idrico. “Sono disponibile per il territorio, è un dovere – è intervenuto Scuvera – le questioni sono due, le fonti idriche e la gestione. Se oggi avessimo avuto il dissalatore non avremmo avuto questi problemi. In commissione all’Ars porterò la questione dell’emergenza idrica nelle campagne della piana. Il progetto delle acque reflue va messo in campo. Gela e Caltanissetta hanno il peso maggiore sul territorio e mi sarei aspettato la presenza dei riferimenti delle società”. Per il civico Faraci “le fonti di approvigionamento idrico sono ferme da quarantacinque anni. L’acqua di Cimia è in categoria A3 ma è stata declassata solo ad uso irriguo. La Regione ha messo in piedi una società come Siciliacque che vende una risorsa essenziale. Il contratto idrico è fatto benissimo per favorire Caltaqua”.

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