Crisi idrica, D’Arma: “Giusta azione giunta, denunceremo disservizi ma Greco non fece nulla”

 
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Il gruppo dirigente del Pci

Gela. I comunisti condividono la linea adottata dall’amministrazione comunale nel tentativo di superare un’emergenza idrica, sostanzialmente costante, che si ripresenta quasi come una consuetudine. Uno dei riferimenti del partito locale, Salvatore D’Arma, sottolinea che le polemiche alimentate in questi giorni trovano poca fondatezza politica. “L’acqua, bene prezioso e universale, è stata, storicamente, per questa città un bene desiderato e reclamato e oggetto di rabbia e proteste. Esasperazione, rabbia e proteste, registratesi nei cinque anni di amministrazione del sindaco Greco che non ha fatto nulla e che nelle sue dichiarazioni, pur con condivisibili cenni storici sul problema, cerca ora, dopo due mesi, di scaricare sul nuovo sindaco la propria inefficienza, accusandolo di fare il guascone. E’ invece innegabile – dice – l’impegno assunto dall’amministrazione sulla priorità acqua ed é innegabile la ricerca di nuovi apporti idrici, con i pozzi Pantanelli e Bubbonia. Le giustificate proteste dei cittadini nascono dal mancato rispetto dei turni, da disservizi di Caltaqua, da un call-center che prende in giro gli utenti per le segnalazioni fini a sé stesse o negando segnalazioni fatte. Ci sono poi i costi eccessivi delle autobotti, senza controllo per un servizio del quale dovrebbe farsi carico Caltaqua. I comprovati motivi del disagio, come le interruzioni a causa di guasti o rotture alla rete idrica, creano ulteriori ritardi”. D’Arma ritiene necessaria una “svolta” che passi anche dai dissalatori. “Al di là delle responsabilità, dei disservizi che danneggiano i cittadini, delle motivazioni e degli sforzi dell’amministrazione, è necessaria una svolta radicale sull’approvvigionamento e sulla gestione dell’acqua. Che ben vengano nuovi apporti idrici dai pozzi, che per loro natura sono destinati ad esaurirsi considerato tra l’altro che la siccità non è un fatto episodico – aggiunge – occorre pensare e lavorare per il dissalatore o per i dissalatori. L’amministrazione si avvalga di tecnici di esperienza come ad esempio l’ingegnere Orlando. Sulla gestione, il ritornello che Caltaqua deve andare via, rimane un ritornello perchè allora, da parte dell’Ato, composto dai sindaci della provincia, fu definito un contratto ad hoc”. L’esponente del Pci non esclude denunce pubbliche.

“E’ utile ricordare, a proposito di responsabilità, che in quel periodo la filiera acqua toccava Sicliacque, compartecipata della Regione siciliana, Arra, Ato idrico con i sindaci che aggiudicò la gara di appalto a Caltaqua. L’interscambio di favori – conclude – in termini di assunzioni, appalti e subappalti, da parte di Caltaqua, e di clausole di salvaguardia legale e finanziarie da parte dell’Ato, cioè sindaci. Il malumore dei cittadini per i disservizi e per i costi eccessivi furono oggetto di riunioni monotematiche e quando anziché rispondere il delegato di Caltaqua rispose il presidente dell’Ato, io ebbi a dire al delegato, impacciato a parlare di costi, di andare a denunciare il tutto alla procura. Nessuno si mosse e a pagare quando c’è un’acqua potabile ma non bevibile furono e sono i cittadini. Il sindaco e la giunta sono impegnati a dare una svolta. Anche le campagne soffrono la sete. Ne parlerò e denuncerò le responsabilità di chi ha ridotto Gela agricola in questo stato”.

1 commento

  1. Greco non fece nulla però noi non avevamo mai patito la mancanza d’acqua come in questi mesi. Quindi invece di pensare a Greco… agite invece di parlare. bla bla bla. dare la colpa agli altri non risolverà il problema. Per questo Gela non guarirà mai. Anche in politica l’invidia regna sovrana.

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