Cosentino sul palco con Albano e Lantieri: “Di Stefano faccia di bronzo, sarà la città del sole”

 
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Gela. Il palco dell’ingegnere Grazia Cosentino lo hanno aperto l’assessore regionale Nuccia Albano, riferimento dei cuffariani, e il parlamentare Ars di FI Luisa Lantieri. Lantieri ha attaccato subito su procure e ombre intorno alla candidatura dell’ingegnere. “Grazia è una persona perbene – ha detto Lantieri – chi ha sospetti vada in procura e non faccia spot. Grazia è un tecnico e farà, senza promesse”. Le leggi del governo Schifani sono state richiamate dai riferimenti regionali. Giuseppe Ventura di Italia Viva ha contestato le “incoerenze” di un “Di Stefano faccia di bronzo”. I suoi “vergogna” sono stati indirizzati prevalentemente al Pd “che sa di naftalina, con un capo che non si presenta nei palchi ma va nei bar a convincere i nostri eletti a passare con loro”. Ha parlato di un “Franzone che nel 2015 attaccava il Pd per non ha sostenuto il progetto della Città metropolitana di Catania”. Ha di fatto movimentato il palco, seguito poi dai pezzi da novanta di Fratelli d’Italia, il parlamentare europeo Giuseppe Milazzo (secondo cui “la città non può essere lasciata ad un buono a nulla e incompetente”) e il parlamentare nazionale Carolina Varchi (designata assessore).

“Dall’altra parte ci sono i dinosauri e il capo del Pd che non vuole capire che il suo tempo è finito – ha detto Cosentino sostenuta sul palco anche da chi ha deciso di appoggiarla al ballottaggio come il consigliere uscente Gabriele Pellegrino – l’acqua non può mancare. Di Stefano cosa ha fatto? Hanno fallito. Dobbiamo risolvere i danni della loro malapolitica. Non facciamo chiacchiere”. Agricoltura ed Eni insieme, “chiederemo ad Eni di coltivare in città le piante che servono alla bioraffineria”, ha proseguito. “Gela sarà la città del sole, sarà il brand della città”, ha sottolineato nel suo intervento. Massimo impegno per “gli invisibili”, ha precisato. “Ho subito attacchi vili da Lombardo e De Luca – ha aggiunto – Di Stefano sta dietro a questo? È un trasformista? È un autonomista oppure un grillino?”. Quelle di Franzone “sono idee sconclusionate, a partire dal passaggio alla Città metropolitana di Catania”. “Di Paola fa terrorismo mediatico parlando di infiltrazioni mafiose nel ciclo rifiuti  – ha commentato – lo sa che costi avrebbe il passaggio alla Città metropolitana di Catania sul piano dei rifiuti?”. Una “donna che vuole fare il bene della collettività gelese, non sono interessata alle poltrone”, così si è definita. “Il cambiamento è donna”, ha concluso.

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